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Aa. Vv.
Nel nome della madre
«Volevamo ripensare la figura della madre evitando di trattarla soltanto come portatrice di un destino biologico e di una funzione extrasoggettiva; ci interessava discutere di narrazioni che non archiviassero la maternità dentro il perimetro simbolico di un’origine lontana, di un ricordo o di un feticcio ideologico; volevamo sperimentare uno sguardo che trasformasse il mondo della madre in un’avventura, in qualcosa che non “è” soltanto, ma che “esiste”. Insomma: invece che come un monumento muto, pauroso e ingombrante, volevamo trattare la madre come un’identità culturale e relazionale, non solo emotiva.»
A cura di Daniela Brogi, Tiziana De Rogatis, Cristiana Franco e Lucinda Spera.
Cultweek
Ripensare il nome della madre
Insomma il tentativo di Nel nome della madre è quello di aiutarci a pensare alla maternità come una condizione creativa non solo in senso biologico, ma anche culturale e narrativo. Clicca qui per leggere tutto l'articolo.